Dont’t touch Donadio - I AM CALCIO ITALIA

Dont’t touch Donadio

Christian Donadio
Christian Donadio
NovaraSerie C Girone A

Le scommesse sulla scelta del nuovo mister azzurro vengono sovrastate dalla contemporanea decisione di rinnovo o meno di contratti dei calciatori, uno tra tutti quello di Christian Donadio, azzurro da due stagioni ma in forse per la prossima, un’ipotesi che - per quel che mi riguarda - dovrebbe fare più chiasso che qualsiasi indiscrezione sull’allenatore. Ricordo ancora che in una puntata di “Cuore Azzurro” il Direttore Commerciale aveva garantito che il contratto dell’attaccante era pronto sulla scrivania, in attesa di firma. Le condizioni però non mettono d’accordo le parti, l’attaccante azzurro, dopo una stagione esemplare, sa cosa meritare mentre la società sa quanto vuole risparmiare o non investire. Proprio qualche giorno fa una persona a me cara mi ha fatto riflettere sul perché, indipendente dal calcio, quando sai che vali 100 devi accontentarti di un 10 ma di far caso a quelle volte in cui, quando lo star bene supera qualsiasi vincolo, si è pronti a far diventare quel 100 un 80, come una piccola rinuncia individuale in cambio di una garanzia armonica di felicità e benessere. Se la soglia però continua ad abbassarsi allora diventa opportunismo, menefreghismo, sfiducia.

La società pare irremovibile, sognante di un abbaglio e di un risparmio che alla “Riforma Zola” la quale incentiva il campo ai giovanissimi, unisce l’ ancora sperimentale “Salary Cap” a fornire un tetto massimo di spesa. La società sceglie di non scegliere Christian. La passività del caso Donadio diventerà così il motivo per cui sarà probabilmente lo stesso giocatore a salutarci, fornendo implicitamente alla società la bugiarda e mediocre occasione di nascondersi dietro la sua mossa, giustificando la sua perdita ed il suo non rinnovo con la frase che si dice concluse queste dinamiche: “Se ne è andato lui”. Per farlo passare come un altro come tanti, non attaccato alla maglia, contro la cui perdita non possiamo fare altro che voltare pagina. Le solite scuse, che chi la sa leggere fanno della maglia un canale mercenario e non di un calciatore uno qualunque.

Una prevedibilità di eventi e di narrazione credibile come i filtri su Instagram, in attesa di un allenatore che scelga la rosa da comporre, al contrario di quello che è stato permesso a Gattuso. Parole che seguono il vento che tira, che ripuliscono argomentazioni opinabili ma soprattutto che permettono alle squadre concorrenti di fare un tifo spietato al nostro bel numero 10. Christian non ha bisogno di dover essere denigrato con scusante di moduli, tecniche o tattiche. Il suo stare bene con tutto” trascende qualsiasi scappatoia che nasconde un voler sfruttare la possibilità di investire il minimo possibile, con la qualità di chi non deve essere ceduto perché parte attiva dell’anima della squadra del Novara FC, prima ancora di costare soldi, prima ancora di ricordarvi che ha fatto tutto ciò che gli avete chiesto. Sovrasta questa sensazione sempre più appiccicosa che in questa piazza, più ci metti anima e core, più se ne dimenticano, facendoti addirittura diventare causa della loro stessa decisione, sia in campo ma anche in tribuna. E se è vero che Chi vuole andare non lo obbligo a restare” come disse il Direttore Sportivo Boveri jr a proposito di Riccardi e Lancini, chi vuole restare sembra debba farlo secondo regole che vanno oltre il calcio, la maglia ed i progetti futuri. Ma il calcio non è solo economia ma soprattutto questione di testa, piedi, emozioni e sentimenti. Bravi sono quelli che l’hanno capito, quelli che quando parlano di progetto e di play-off sono gli stessi che lottano per la continuità, il gruppo, la squadra. Bravi sono quelli che stringono chi vuole restare, invece che danzare in maniera asessuata di fronte alla calcolatrice, perché hanno capito che quella è la sola benzina per raggiungere le vette.

“Beh, mamma. Se Donadio non rimane lo seguiamo ovunque vada”. con Linda altri cinque o sei seggiolini rimarranno forse vuoti invece che occupati da nuovi piccoli tifosiPerché li ha portati Linda, perché li ha portati Donadio.

Alice Previtali

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