Novara FC, Mascara “Attaccare, attaccare, attaccare”

Prestazione eccellente, zoccolo duro presente. Non poteva che essere perfetta l’ultima serata di stagione regolare al “Silvio Piola” che ha visto il Novara FC sfidare e conquistare il campo contro il Trento grazie ai goal di Maressa, Donadio e Bertoncini ma che non permettono ancora l’accesso matematico ai play-off perché l’ Arzignano supera l’Atalanta U23. Stadio colorato vivacemente dalla presenza di numerosi bambini, protagonisti dei vari progetti organizzati dalla società e dalle singole scuole.
Lo sconfitto. Mister Mascara inizia la conferenza post gara parlando del collega sconfitto: “Mister Tabbiani è uno dei più forti di questa categoria per come fa giocare le squadre sue: meccanismi, palla dentro, palla fuori. Ho avuto la fortuna di conoscerlo l’anno scorso a Catania quando ha iniziato il suo percorso a Catania, ci siamo confrontati diverse volte perché è una persona umilissima, innanzitutto gli faccio l’in bocca al lupo per il proseguo della stagione”
Adattamento. Mascara ha quella capacità di adattamento così elevata che quando racconta della squadra sembra allenarla da un periodo indefinito, parla dei ragazzi come se li conoscesse da molto tempo. Sintetizza così una prestazione eccellente: “Per quanto riguarda noi ve l’avevo preannunciato che, non mi stancherò mai di dirlo, è una squadra con tantissimi valori. Si è vista la determinazione, la voglia, l’atteggiamento”
Magia. Questa volta però nessuno esce dal suo cerchio di preferiti, forse. “Sono felice e orgoglioso di ognuno di loro, è tutto merito loro perché sedermi su quella panchina e trovare gente mettersi a disposizione giorno dopo giorno penso che sia il lavoro fatto in 20 giorni”. Non so, ma in 20 giorni non sboccia nemmeno un tulipano e i chili della dieta non sono ancora persi, così come i muscoli non ancora evidenti nonostante i continui squat bulgari. Forse sarebbe anche il caso di accertarci, con tutto il rispetto per le capacità tecniche di ognuno, che il lavoro fatto per 10 mesi possa permetterci di vivere di rendita per gli ultimi periodi e invece, proprio come a scuola, il merito effimero se lo prendono i supplenti che arrivano a sudore già asciugato e voti eccellenti. Magia e ingratitudine.
Confidenza. Ogni giocatore viene chiamato per nome (o soprannome) ed analizzato: “Per quanto riguarda la fase difensiva ho dei giocatori validissimi. Oggi ho lasciato Omar (Khailoti) per scelta perché penso che ha fatto un percorso importantissimo, nelle ultime gare l’ho visto un po’ stanco. Abbiamo Lore (Lorenzini) che penso sia uno dei difensori più forti di questa categoria, abbiamo Berto, averne come Berto (Bertoncini). Siamo riusciti a mettere Calcagni che si è reso disponibile, abbiamo messo Giuseppe (Agyemang) nel ruolo in cui ha giocato per parecchio tempo anche se era un po’ più arretrato. La squadra oggi è stata ordinata, corta, stretta, si sacrificavano l’uno per l’altro. Non ci dimentichiamo il lavoro che ha fatto Gerardini, che ha fatto Donadio o Marco Da Graca. Quando hai questa predisposizione al sacrificio il risultato lo porti a casa. Abbiamo visto tutta la settimana il valore del Trento, se ti fai attaccare ti fanno male quindi ho preferito far attaccare i nostri. Questo sport vive di duelli, alla fine abbiamo vinto noi”.
Giuseppe. Ma su Giuseppe ancora qualcosa da aggiungere: “Agyemang può giocare dove vuole, lui è un giocatore fondamentale, si deve convincere lui che è devastante sia quando parte da dietro o quando va 30 metri più avanti ma non è una mia convinzione. L’ho visto giocare per tutto l’anno, venivo a vedere le partite del Novara, per me può fare l’uno e l’altro. Sfruttarlo negli ultimi 30 metri ed essere lucido è una cosa, se cerco altre cose per attirare l’avversario e farlo partire da dietro lo metto terzino sinistro. Ci può stare che è un po’ stanco ma è un 2002 e io gli auguro tutto il bene di questo mondo e che qualche squadra che ne capisce di calcio lo venga a prelevare e se lo porti via.” Lo sento solo io questo silenzio assordante?
Ultima partita. La prossima a Trieste. “L’obiettivo di questa società è stato dichiarato all’inizio dell’anno, il raggiungimento dei play-off, ci siamo dentro (forse) e dobbiamo tenercelo stretto. La Triestina si gioca la vita, noi qualcosa di importante che è stato dichiarato e le persone non vanno prese in giro quindi bisogna rimanere dentro. Ci sono partite in cui devi accontentarti, la nostra priorità è attaccare, attaccare, attaccare”.
Attaccare. I due gol arrivano per due papere colossali del portiere del Trento, sottolinea un giornalista: “È stata fatta tanta preparazione per la finalizzazione, però sai, in 20 giorni capire alcuni meccanismi, crossa un terzino, l’altro attaccante deve stringere, io lo chiamo il gol dello scemo, il secondo parte sempre da solo, sono passati due traversoni e c’era solo Marco (Da Graca) lì davanti e non può fare tanto se non ha supporto. Chi arriva da dietro come al primo gol, come è stato fatto il gol di Donadio la settimana scorsa. Ci stiamo lavorando anche nella finalizzazione. Da Graca e Morosini giocare insieme? Tutta la vita, basta essere intelligenti”.
Insomma, questi 20 giorni per i meriti bastano, per i deficit sono troppo pochi. E come chicca finale, l’entrata in campo dei tre nuovi acquisti negli ultimi 5 minuti di recupero: Camolese, Leo Virisario, Valenti. Così sorridono proprio tutti. Forse.