La Casa del Novara - I AM CALCIO ITALIA

La Casa del Novara

Oggetti storici del museo
Oggetti storici del museo
NovaraSerie C Girone A

Una lunga e interessante chiacchierata con Enrico Trovati, Presidente dell’Associazione Tifosi Novara, che ringrazio per la disponibilità e la passione con cui ci ha presentato la Casa del Novara, inaugurata ufficialmente il 12 settembre scorso, all’interno dell’area Hospitality dello stadio “Silvio Piola” articolata in 12 sale contenenti testi, immagini, maglie e documenti storici, teche nella parte centrale con materiali sportivi d’epoca, raffigurazioni sulle enormi pareti della “Hall of Fame” cui composizione è il risultato di un sondaggio a cui hanno partecipato tifosi e giornalisti. Uno spazio storico, suggestivo ed elegante che merita di essere visitato da grandi e piccini, da tifosi e non.

- Signor Enrico, che cos’ è la Casa del Novara?                                                               

"È un allestimento museale che percorre tutta la storia della squadra, alcuni episodi relativi alla vita della città in relazione alla squadra e a campioni e personaggi vari che hanno tratteggiato lo storia del Novara. È stato scelto questo nome perché l’impostazione è stata proprio quella di pensare ad una grande famiglia dalla grande storia e cercare di farla diventare la casa di ognuno di noi e fare in modo che chi entra in quell’ambiente respiri quella che è la storia".

- Lei è stato un po’ l’ideatore di questo progetto ma come è nata questa idea?

"L’Associazione si è sviluppata sotto la spinta di un'urgenza che è capitata lo scorso dicembre quando c’era l’asta dei cimeli del Novara Calcio. Tra di noi tifosi ci siamo detti che, dopo tutte le sventure e le vergogne attaccate al fallimento, assolutamente i cimeli dovevano far parte della storia di questo nuovo corso ma abbiamo annusato che purtroppo la congiuntura era un po’ particolare perché l’ex presidente stava andando e la nuova proprietà non era ancora entrata in gioco, per cui ci siamo interfacciati con il Comune che si è dimostrato attivo e sono partite due iniziative: una è stata quella di cercare di preservare la storia dando al Comune una prelazione all’aggiudicazione di questi cimeli e l’altra, siccome la forma tecnica dell’asta non era accessibile direttamente al Comune, quella di costituire un’associazione - perché non volevamo agire come privati cittadini - con la quale prendersi cura di queste cose, costituendo un veicolo formale che aveva anche concettualmente capacità economica e progettuale perché all’interno dei soci fondatori sapevamo di avere una passione comune, capacità di raccolta di fondi è un po’ di disponibilità professionale; allora alla fine abbiamo aperto le danze facendo qualcosa di duraturo e anche complesso che possa aiutare la nuova società a rinvigorire gli anni passati. Parlando con la nuova proprietà e con la volontà di collaborare e fare qualcosa di utile al Novara e alla città ci siamo offerti di essere protagonisti in due progetti: il progetto del museo in primis e poi nell'impegno di replicare a Novara un progetto che in realtà si sta già compiendo a Bergamo da 20 anni ovvero organizzare attività educative e formative in ambito etico-sportivo per tutti i bambini della scuola primaria".

- Il progetto educativo “La scuola allo Stadio” a quali scuole è esteso?                                

"Per ora in primavera lo abbiamo dedicato a quattro o cinque scuole di Novara. Abbiamo ancora la possibilità di ampliare il bacino. Ho visto il progetto in opera a Bergamo, all’Atalanta, con la partecipazione di 4500 bambini ed è davvero entusiasmante, i contenuti di educazione etico-sportiva che hanno preparato sono eccellenti. I ragazzi allo stadio ed i contenuti all’interno di ambienti sportivi fanno riflettere ed emozionare".

- La raccolta degli oggetti come è avvenuta?                                                                    

"Con piena disponibilità del Novara Football Club che ha messo a disposizione i locali facendo alcuni interventi come la tinteggiatura secondo le specifiche che volevamo noi del progetto che gli era stato presentato mentre tutti i contenuti sono stati sviluppati da un gruppo di lavoro molto ampio che ha ruotato intorno all’Associazione ma a cui hanno contribuito amche cittadini esterni alla stessa; di fatto i nuclei che si sono creati sono un nucleo a carattere giornalistico dove chi aveva già scritto pubblicazioni inerenti alla storia del Novara ha accettato con lo spirito del volontario a fare una revisione dei testi per renderli adeguati ad una lettura su pannelli. Intanto un gruppo costituito da tifosi ha iniziato a dare la caccia ai cimeli che sono stati donati o prestati da un nutrito gruppo di persone che comprende i tifosi stessi, familiari di ex giocatori, ex giocatori e cinque o sei collezionisti che avevano nel tempo raccolto materiale mentre invece per il materiale fotografico abbiamo avuto la disponibilità di tutti i fotografi che attualmente hanno archivi recenti del Novara ma anche di fotografi storici come Giovetti e Bonzanini che ci hanno concesso l’utilizzo di tutte le pagine storiche, in alcuni casi donandoci proprio gli archivi. L’ultimo gruppo è quello un po’ più tecnico che ha messo a punto la parte grafica e di allestimento fisico ed è l’unica parte in cui ci siamo avvalsi di aziende".

- C’è una parte del museo a cui è più affezionato?                                                          

"Forse due. La prima quella che ricopre la storia dei tifosi perché sono sempre rimasto affascinato dalla simbiosi, spesso guidata anche dai risultati ma spessissimo anche a prescindere da ogni forma di risultato, vede un sacco di persone dare l’anima mentre l’altra è la Hall Of Fame che mi piace perché non è stato solo un lavoro di ricerca ma è stato qualcosa dove abbiamo pensato ad una partecipazione corale della tifoseria per cui è di fatto uscita dalle votazioni che hanno fatto tutti i tifosi e a cui il gruppo di giornalisti che ci seguono ha dato un minimo di moderazione, ovvero scegliere alcuni personaggi. Ad esempio nel periodo di Tesser, seppur molti tifosi ci fossero affezionati, l’Hall Of Fame non poteva essere solo di quel giocatore quindi ci hanno aiutato a calibrare tra i vari periodi storici mantenendo la preferenza che i tifosi avevano espresso".

- Quali sono gli orari di visita?                                                                                        

"In totale serenità e sincerità affermo che questo rimane un piccolo punto di domanda nel senso che abbiamo fatto una scelta che io credo sia molto opportuna cioè quella di farla presso lo stadio, all’interno dell’Hospitality perché è in tutto e per tutto la Casa del Novara, inoltre quel locale ha già un sacco di predisposizioni però ha anche tanti vincoli. Il giorno della partita non può essere destinato ai visitatori e sappiamo entrambi che i calendari impazzano quindi l’idea di riferimento dell’Associazione, almeno per questo primo periodo, è di aprire sempre la mattina del sabato e della domenica e poi di consentire l'ingresso una volta al mese in evento nel tardo pomeriggio o in serata, caratterizzando la giornata con la presenza di un ex giocatore, quindi di renderlo vivo. Sul calendario preciso purtroppo ci stiamo “scontrando” con la realtà del calendario comunicato dalla Lega Pro. Sarà nostra cura rendere noti gli orari ufficiali sul sito dell’Associazione e sui siti amici".

- Dove possiamo trovare notizie sull’Associazione e sugli eventi che propone?          

"Il sito è www.associazionetifosinovara.it dove le aree sono tre: comunicazioni, progetti, sollecito al sostegno. Abbiamo preferito prima fare e poi chiedere di aiutarci a contribuire; l’ingresso del museo è gratuito ma nello spirito con cui l’abbiamo concepito contiamo anche nello spirito di chi lo visita che se ha un sentimento di affettività e di passione o se l’ha semplicemente trovato piacevole può fare una piccola o grande donazione".

Grazie ancora ad Enrico e all’Associazione per la realizzazione di questo storico spazio azzurro.

Alice Previtali

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