Una stella senza punta

Se è vero che il calcio italiano ormai ha il vizio di costruire il gioco dal basso, ho come l’impressione che al reparto offensivo non ci pensi più nessuno. Dimentica del detto “la miglior difesa è l’attacco” sembra, anzi, valere il contrario: “il miglior attacco è la difesa” e dopo la testimonianza di una Nazionale italiana che agli Europei ha faticato a far rotolare la palla, facile ritenere che sia un concetto che va oltre le singole squadre: è diventata la mentalità , il nuovo - e noioso - calcio italiano.
E' presto per sentenziare giudizi sportivi e opinioni ma sulla carta stampata il Novara FC sembra aver costruito una squadra corazzata, con difesa e centrocampo di esperienza e di carattere ed il lusso di un turn over che potrebbe far ossigenare, a seconda della necessità, i singoli calciatori. Ci si può quasi permettere degli imprevisti che sono all’ordine del giorno. La mancanza della squadra sembra quella della stagione scorsa e non è assolutamente la mancanza di un gruppo di attaccanti validi: l’intelligenza sportiva di Gerardini e Donadio ci è già stata a lungo dimostrata e confermata mentre la vivacità di Manseri promette buone speranze sul fronte offensivo dove lui predilige l’esterno “droit” come dichiara alla presentazione ufficiale di ieri al “Piola” (con precisa traduzione francese-italiano di Desjardins). Morosini offre invece supporto come trequartista o seconda punta quindi a giocarsela lì davanti rimangono Ongaro, che con il suo metroenovantotto è naturale che inciampi sulle sue stesse gambe, soprattutto in uno stato di tensione emotiva che umanamente ha il permesso di avere nonostante sia nativo di Edmonton, nel glaciale Canada e Brkic, giovanissimo bosniaco a cui è affidata tutta la nostra speranza.
Se davanti la porta avversaria il reparto rimane in deficit l’impressione è che la zona centrale insieme agli esterni dovranno contribuire fortemente all’attacco diretto, nulla di diverso dalla stagione scorsa dove il capocannoniere della stagione è stato un certo Oliver Urso - che ci mancherà molto - centrocampista nato, ora approdato in Serie B. Non lo avrei mai voluto dire e mi sto già pentendo di scriverlo ma si guarda ancora con malinconia il poco simpatico Galuppini. Se nel calcio vige la regola non scritta per cui l’importante è raggiungere l’obiettivo e non importa come e l’obiettivo è quello di fare gol, bisogna anche fornire le pedine giuste per contribuire a raggiungerlo - perché poi è facile incolpare la squadra che non segna - e questo necessita di un buon investimento economico, tempo per andare a scovarlo personalmente ed empatia, per poterlo riconoscere. La verità è che una stella senza punta non può splendere, che vi piaccia o no.