Vedi O' VAR quant'è bello - I AM CALCIO ITALIA

Vedi O' VAR quant'è bello

Tiene banco la questione arbitrale
Tiene banco la questione arbitrale
NovaraSerie C Girone A

Il match Novara-Padova di domenica ha generato tanti irrisolti che riguardando le decisioni decretate della terna arbitrale, lasciandoci più domande sui cartellini e sulle punizioni dubbie o mancate che sulla prestazione delle due squadre. Forse il risultato finale sarebbe stato il medesimo ma sicuramente una partita gestita ed arbitrata con più fluidità e coerenza avrebbe permesso un giudizio oggettivo sulle prestazioni. Proprio a causa dell'ennesima mal gestione dei giudici di gara ci si chiede se sia necessario introdurre sistemi di giudizio più tecnologici anche per quanto riguarda la Serie C, come, ad esempio, il Var.  

Il Var (Video Assistant Referee) è uno strumento tecnologico che ha rivoluzionato il mondo del calcio cui funzione è esaminare le situazioni dubbie durante la partite, un vero e proprio assistente video dell'arbitro. Introdotto al fine di correggere errori commessi dalla terna arbitrale o dissipare dubbi su determinate prese di posizione, tramite replay, immagini zoomate o revisionate, permette di cambiare o rettificare una scelta presa dallo stesso direttore di gara. A differenza della moviola che permette di visionare a rallentatore un'azione di gara una volta che la partita è terminata, il Var permette di correggere eventuali errori proprio durante la stessa. È un sistema montato all'interno dello stadio o in un pulmino all'esterno nello spazio adiacente ed è costituito da 6 schermi, due posizionati in alto di cui si occupano due arbitri chiamati VAR e AVAR, quest'ultimo acronimo di "Assistant Video Assistant Referee" e quattro in basso sempre da loro monitorati che proiettano le azioni volutamente in ritardo di tre secondi rispetto a quelli superiori e con riprese video migliori. I giudici possono chiedere il replay di un'azione anche seguendo una visuale di prospettiva diversa oppure zoomare un momento del match per focalizzare la regolarità di un episodio. Si possono addirittura tracciare linee virtuali qualora il dubbio riguardasse il fuorigioco. Il Var segue determinate regole: deve essere utilizzato in caso di evidente errore o mancata osservazione di un episodio cruciale e può intervenire solo in 4 casi: assegnazione di un gol, assegnazione di un calcio di rigore, errore di identità (qualora venisse scambiato un calciatore per un altro), sanzioni con cartellino rosso inteso come espulsione e non come secondo giallo. In Italia viene introdotto per la prima volta in Serie A nella partita Juventus-Cagliari il 19 agosto 2017, gara in cui l'arbitro designato Fabio Maresca decise di verificare un episodio, assegnando poi il primo rigore VAR.

In Serie C nell'ultima stagione il VAR è stato utilizzato per 6 partite dei play-off e in occasione delle semifinali Foggia-Pescara e Lecco-Cesena, successivamente per la finale tra Lecco e Foggia. Il Presidente della Lega Pro sta già lavorando per introdurre la videoassistenza anche quest'anno per tutte le gare di play-off con in aggiunta quelle di play-out, per un totale di 51 partite mentre per quanto riguarda la regular season il discorso è ben diverso: l'investimento sarebbe pari a circa 14 mila euro per il bisogno di avere un minimo di 6 o 7 telecamere a partita, investimento che non è al momento possibile, oltretutto il mancato spazio adeguato negli stadi in cui piazzare gli strumenti non ne permette la proposta realizzativa senza dimenticare il numero elevatissimo di partite da gestire in Serie C, ben 1100 all'anno, spalmato su 3 gironi che renderebbe il progetto difficile.

Sicuramente è uno strumento in più per supportare la terna arbitrale ma è bene essere consapevoli che non sempre il Var risolve questi problemi perché in tutti i casi in cui viene interpellato sarà lo stesso arbitro non solo a visionare il video dell'episodio dubbio ma a decidere se cambiare decisione o meno. Insomma, il vero unico giudice rimane l'occhio umano. Forse sarebbe meglio optare su una formazione più solida dei giudici di gara ed un controllo costante su di essi, perché se settimanalmente si fanno i conti o si scongiurano errori grossolani di chi dovrebbe aver una visione ultra partes, significa che gli avversari non sono più i giocatori dell'altra squadra ma la stessa terna arbitrale.

E allora non è più sport, non è più domenica.

Alice Previtali

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